Che cosa vuol dire davvero accettare il proprio corpo?
La parola accettazione ha assunto un connotato a volte negativo, quasi di rassegnazione. Per rifletterci partiamo dal suo significato andando a fare un giro nel vocabolario di latino.
Accettare: che cosa vuol dire
Accettare deriva dal verbo accipio:
1 (di cosa) prendere, accettare
2 (di persona) acquisire, ereditare
3 (con i sensi) accogliere, ricevere, trattare
4 udire, sentire, percepire, ascoltare, intendere
5 ammettere, concedere
6 assumersi, addossarsi
7 interpretare, intendere, capire
8 apprendere, imparare, venire a sapere
9 gradire
Quelli che mi hanno colpito di più sono i significati con i sensi e in particolare accogliere. Accogliere è un significato perfetto per quello di cui vi voglio parlare oggi e per come è necessario riformulare l’accettazione del corpo.
Cosa vuol dire allora accettare il proprio corpo? Accoglierlo, per come è oggi. Non è facile, per niente. E non c’è neanche un punto di arrivo definitivo ma è un continuo viaggio fatto di cadute e di vittorie. Magari questo vi sembrerà un lato negativo, invece è quello che rende interessante il viaggio. Quando cadiamo scopriamo delle cose di noi e da qui possiamo indagare ancora per fare un altro passo avanti.
Potreste avere una domanda: se desidero un corpo diverso e desidero attuare un cambiamento per raggiungerlo, vuol dire che non sto accettando il mio corpo?
Io credo nel cambiamento e nella spinta nel migliorarci. Quando si parla di corpo però dobbiamo stare attente a capire da dove viene questo desiderio. Si tratta di qualcosa che proviamo veramente noi? è un desiderio che viene da dentro e che sappiamo saremo felici quando lo raggiungeremo? o è forse un desiderio che ci viene da fuori, per soddisfare gli altri che possono essere gli altri della nostra vita (mia mamma continua a dirmi che devo dimagrire, il mio ragazzo mi ha detto che ama le curve ma io sono molto magra) oppure gli altri intesi come società. Devo entrare in questa taglia per piacere agli altri, non posso presentarmi per quel colloquio di lavoro se fisicamente sono così etc.
La società ci urla da anni che dobbiamo essere magre, lo fa sin da quando siamo piccole e piccoli. Lo fai dai cartoni e dalle serie tv e nei film.
Può essere anche un cambiamento che sentiamo di dover fare per la nostra salute, ma se non partiamo da uno stadio di accoglienza del nostro corpo come è ora, anche se malato, non riusciremo ad avere un cambiamento che sia duraturo, che sia sostenibile per tutta la nostra vita.
Riuscire ad amare il nostro corpo oggi, ecco la sfida grande che ci troviamo a fare per trovare la serenità. E non ho detto felicità apposta perché trovo personalmente che parlando di corpo, immagine, idea di bellezza e anche cibo abbiamo principalmente bisogno di serenità per sfuggire ai discorsi martellanti che ci dicono come dovremmo essere. Trovare il nostro personale stato di calma e accoglienza. Pensate se tutte le donne che conoscete si trovassero in questo stato, se non ci fosse quella continua spinta ad essere meglio e più brave e più belle e giuste. Ma semplicemente la spinta ad essere. Essere chi siamo e di conseguenza agire nel mondo come entità positive. Pensate cosa saremmo in grado di fare, il mondo sarebbe nostro.
Quindi secondo me può coesistere la voglia e il desiderio di trovare questa serenità di trovare la pace con il nostro corpo e poi anche un desiderio governato dalla società che pian piano possiamo provare a affievolire in modo che non sia così martellante.
Come si fa quindi ad accogliere il proprio corpo per come è oggi?
Qualche esercizio
Vi propongo una domanda: per cosa è stato creato il mio corpo?
Provate a partire da qui per ragionare sul vostro corpo, non su quello delle modelle, di vostra sorella o delle vostre amiche e colleghe. Perché il vostro corpo è stato creato? che cosa potete e volete fare anche grazie al vostro corpo?
Quando è stata la volta in cui vi siete sentite più in sintonia con il vostro corpo?
Ricordate quel momento di sintonia. Cosa stavate facendo? dove eravate? eravate da sole o in compagnia? quanto tempo fa è stato?
Provate a rivivere quella situazione, a renderla una presenza nelle vostre giornate.
Infine fate un diario della gratitudine dedicato al vostro corpo. Ovvero ogni sera scrivete 3 cose che sono successe nella giornata anche grazie al vostro corpo
Ad esempio: oggi ho camminato 15 minuti sotto al sole, mi sono sentita di buon umore e rigenerata
ho mangiato una pasta buonissima
ho abbracciato mio marito/mio figlio/la mia amica/mia mamma
Alle volte sarà facile e alle volte sarà difficilissimo trovarne anche solo una. Quelli sono i giorni importanti. Scavare e trovare i motivi per cui siete grate al vostro corpo anche nei giorni in cui sentite di odiarlo vi aiuterà moltissimo.
Spero che questo articolo vi sia piaciuto, per me è stato bellissimo scriverlo e registrarlo e spero lo abbiate percepito. Se vi va di lasciarmi un vostro pensiero, riflessione o commento vi leggo volentieri!
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